L'uso della marijuana colpisce i neuroni affamati, affermano gli scienziati

La fame incontrollabile che l'utilizzatore di cannabis prova dopo il fumo può essere scatenata da neuroni che, in circostanze normali, hanno la funzione opposta: sopprimere l'appetito.

La conclusione è un nuovo studio pubblicato mercoledì 18 sulla rivista Nature e condotto da scienziati dell'Università di Yale (USA), tra cui il professore brasiliano di medicina comparata e neurobiologia Marcelo Dietrich.

Nei topi transgenici, gli scienziati hanno manipolato il percorso cellulare che l'azione della marijuana produce nel cervello e monitoravano i circuiti cerebrali che promuovono la fame.

Secondo il coordinatore dello studio Tamas Horvath, osservando come il centro di appetito del cervello risponde alla marijuana, il team ha scoperto il fattore responsabile della fame estrema degli utenti e, allo stesso tempo, come termina il meccanismo che normalmente "spegne" la fame. stimolando l'appetito.

"È come se avessimo colpito i freni e la macchina acceleri invece di fermarsi", ha detto Horvath. La marijuana, in questo caso, è ciò che trasforma il freno in acceleratore. "Siamo sorpresi di scoprire che i neuroni responsabili della soppressione dell'appetito promuovono la fame, anche quando la persona è sazi".

aiutare

Secondo Horvath, la scoperta potrebbe spianare la strada alla ricerca che, ad esempio, aiuta i malati di cancro che perdono l'appetito durante il trattamento.

Lo studio, tuttavia, non ha svelato completamente il mistero della fame incontrollabile della marijuana. Horvath afferma che altri processi neurali partecipano al fenomeno all'interno dell'ipotalamo e che il cannabinoide (il principio attivo della cannabis) colpisce anche altre parti del cervello. "Sono necessarie nuove ricerche per convalidare la scoperta."

Le informazioni sono tratte dal quotidiano O Estado de S. Paulo.

Di Fábio de Castro - San Paolo

Via InAbstract