Ma dopotutto, cos'è il fascismo?

Siamo nel tratto finale delle elezioni, e con intense battaglie tra i sostenitori dei candidati dei social media, la parola "fascismo" viene utilizzata più spesso che mai. Ma mentre molti usano il termine senza paura di essere felici, la verità è che un tale concetto è più complesso di quanto si immagini - al punto che molti studiosi, insegnanti e scrittori hanno discusso per anni un modo appropriato di descrivere questo tipo di atteggiamento politico.

In generale, parlare di fascismo ci porta a leader autoritari che hanno preso il potere nel ventesimo secolo, tra cui l'italiano Benito Mussolini, lo spagnolo Francisco Franco, l'argentino Juan Perón e - ovviamente, ultimo ma non meno importante - l'austriaco Adolf. Hitler, che comandò la Germania tra il 1934 e il 1945. Hanno tutti alcune caratteristiche in comune che possono aiutarci a capire il fascismo.

Secondo Robert Paxton, professore di scienze sociali della Columbia University e uno dei principali studiosi in materia, il fascismo può essere definito come "una forma pratica di politica degli anni '20 che suscita l'entusiasmo popolare attraverso sofisticate tecniche di propaganda. verso un'agenda antiliberale, antisocialista, violentemente esclusiva ed espansionistica a livello nazionale ". Sempre secondo Paxton, altre definizioni dipendono da documenti prodotti da Mussolini, Hitler e simili.

Nonostante la difficoltà di definire il fascismo, tutti i movimenti che si adattano a questo profilo condividono alcune caratteristiche comuni che ci aiutano a identificarli.

La politica cinematografica

Paxton afferma che il nucleo del fascismo è quello di rendere una nazione più forte, più potente, più grande e più riuscita. I fascisti spesso vedono il potere come l'unica cosa che può rendere una nazione "buona", e usano ogni mezzo - compresa la violenza - per raggiungere questo obiettivo. Ed è proprio questo esasperato nazionalismo che spesso fa sì che i regimi fascisti adottino pratiche simili.

Il professore americano sottolinea che, per vincere la simpatia del popolo, i leader fascisti investono in propaganda e grandi gesti, come ingressi drammatici e sfilate praticamente cinematografiche. Inoltre, i fascisti hanno l'abitudine di demonizzare altri gruppi politici, sociali, culturali o religiosi (come Hitler ha demonizzato gli ebrei e Mussolini ha demonizzato i bolscevichi).

In generale, il fascismo sfrutta i sentimenti piuttosto che le idee filosofiche. In uno dei suoi libri, Paxton descrive alcune credenze che sostengono la mobilitazione fascista, come l'idea che un particolare gruppo sociale sia una vittima, l'adorazione suprema di un "leader" (che di solito è maschio) e l'obiezione all'individualismo. e il liberalismo, che sono visti come fattori di decadimento per la società.

Una volta al potere, "i dittatori fascisti soffocano le libertà individuali, arrestano gli avversari, vietano gli attacchi, autorizzano l'uso illimitato delle forze di polizia in nome dell'unione nazionale e commettono aggressioni militari", afferma Paxton.

Il fascismo esiste ancora?

Avendo studiato il fascismo per tutta la vita, Paxton afferma che è difficile trovare una definizione universale del termine, poiché ogni regime adotta le proprie caratteristiche. Dice che mentre il fascismo "tradizionale" è scomparso negli ultimi anni, i suoi resti possono ancora essere visti in altri tipi di regimi e movimenti politici, anche in misura minore.

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