Giovanni Aldini: Lo scienziato pazzo che ha ispirato il libro "Frankenstein"

Uno dei romanzi gotici più famosi al mondo, "Frankenstein" è diventato un racconto classico ed è stato adattato ai media più svariati nel corso degli anni. Il lavoro, scritto dalla britannica Mary Shelley, racconta la storia di Victor Frankenstein, uno scienziato che decide di creare un gigantesco essere umano - usando parti di cadaveri come materia prima - e gli dà vita attraverso una potente scossa elettrica. Quello che pochi sanno è che questo folle esperimento è stato ispirato da un caso reale.

Shelley scrisse il suo romanzo dopo aver assistito a una delle dimostrazioni di Giovanni Aldini, uno scienziato italiano che visse tra il 1756 e il 1826. Sebbene si dedicasse alle aree più comuni della medicina (come le malattie mentali) per la maggior parte della sua vita, Aldini si divertiva ad esibirsi. alcuni test non convenzionali di volta in volta. Ciò include la sua bizzarra insistenza sull'idea che fosse possibile resuscitare l'uomo usando l'energia elettrica, un'ossessione che ha prodotto una serie di grottesche dimostrazioni pubbliche.

Nel gennaio 1803, un giovane di nome George Forster fu impiccato nella prigione di New Gate a Londra con l'accusa di omicidio. Il corpo, trasportato al Royal College of Surgeons, fu donato ad Aldini, che collegava due elettrodi: uno al midollo spinale e uno all'ano. Mentre arrossiva, la mascella di Forster cominciò a tremare, i suoi muscoli si contrassero e uno dei suoi occhi si aprì. Alcuni rapporti dicono che le mani e i piedi del morto sono stati sollevati.

Imparato dallo zio

Ovviamente, Forster non è tornato in vita - non importa quanto in quel momento gli spettatori (sconvolti dalla dimostrazione) fossero sicuri che sarebbe successo. In effetti, gli esseri umani hanno effettivamente una piccola quantità di elettricità al loro interno: sono gli impulsi elettrici generati dal sistema nervoso centrale che inviano comandi e fanno muovere i muscoli. Ma a quel tempo nessuno capiva che SOLO l'elettricità non era abbastanza per creare la vita.

Lo scopo principale della ricerca grottesca di Aldini era di continuare l'eredità di suo zio Luigi Galvani, uno dei precursori dello studio della bioelettricità. Galvani credeva anche che l'elettricità artificiale potesse far rivivere i morti, ma non è mai arrivato al punto di sperimentare con gli umani, semplicemente "giocando" con le rane. Con la morte di Galvani, suo nipote decise di testare i concetti con, diciamo, animali leggermente più grandi per dimostrare che il suo parente aveva ragione.

Aldini iniziò con pecore, maiali, mucche, tori ... E arrivò agli umani. Dato che il ricercatore aveva difficoltà a trovare corpi insanguinati nelle vene, decise di recarsi a Londra, dove erano comuni le impiccagioni, e prese possesso del povero Forster per essere la sua prima - e, fortunatamente, unica - vittima. Sebbene lo stesso Aldini descrisse il suo esperimento come "un fallimento", il passaparola si diffuse presto che il soggetto tornò in vita per alcuni secondi e perfino respirò.

I sussurri alla fine raggiunsero le orecchie della giovane Mary Shelley, che usò le voci e drammatizzò la storia per dare vita al libro che tutti conosciamo. Già Aldini è morto nella città di Milano dopo (che ci crediate o no!) Dando preziosi contributi scientifici al mondo in settori quali anatomia, galvanismo e costruzione di fari per la navigazione marittima.

***

Conosci la newsletter di Mega Curioso? Ogni settimana produciamo contenuti esclusivi per gli amanti delle più grandi curiosità e bizzarri di questo grande mondo! Registra la tua e-mail e non perdere questa occasione per rimanere in contatto!