Perché la gente dice "ahn"?

La varietà linguistica raggiunta da noi, umani amanti della comunicazione, è davvero assurda. Ti sei mai fermato a pensare che comunichiamo attraverso parole, espressioni, gesti e onomatopee? Ricorda che le onomatopee sono figure retoriche e rappresentano parole che non sono parole, ma spesso le usiamo, come le "awnnnnn" che diciamo quando vediamo quella foto del simpatico cane.

Una nota onomatopea in diverse lingue è la parola "ahn", che rappresenta il rumore che facciamo quando vogliamo fare una pausa più lunga da un dialogo, per esempio. L'autore statunitense Michael Erard ha scritto un libro sull'uso di "ahn", che in inglese è scritto come "uno" ma ha lo stesso suono.

Storicamente parlando

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L'autore spiega che il termine è stato usato per molto tempo, ma non ci sono documenti ufficiali molto vecchi, nemmeno in lingue diverse o morte, come il latino. Tuttavia, si assicura che le tre lettere insieme siano comunemente usate da coloro che parlano in modo incerto o hanno difficoltà di linguaggio. Il suo record ufficiale, tuttavia, appare solo nell'era moderna.

Una curiosità: le persone hanno iniziato a notare questo tipo di frammento solo quando la tecnologia ha permesso di registrare e riprodurre le nostre voci. È come se tutti usassero "ahn" da molto tempo, ma hanno iniziato a notare solo quando hanno ascoltato discorsi registrati. Altre lingue usano anche le loro versioni per "ahn": in francese abbiamo "euh"; in inglese, quello "uno"; in russo "eh". E, sorprendentemente, anche le lingue dei segni hanno le loro controparti "ahn".

La ricerca indica che l'uso di questo tipo di termine non è correlato all'ansia e ad altri fattori psicologici, ma come indicazione di pausa durante un dialogo, indipendentemente dalla lingua in questione. Questa pausa, a sua volta, viene utilizzata quando si cerca una parola appropriata, si cerca di ricordare qualcosa di temporaneamente dimenticato o si desidera correggere un errore. "Ahn" è in realtà quel piccolo tempo extra che, non di rado, dobbiamo usare per pensare meglio.

* Pubblicato il 5/5/2013