Perché amiamo così tanto Tetris?

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Se chiedi ai giocatori cosa gli piace di più di un gioco, la risposta alla maggior parte di essi sarà "grafica". Ma in un'epoca in cui la qualità visiva è così importante, perché è ancora così comune vedere le persone innamorate di Tetris (che è stato creato nel 1984 e segue ancora gli stessi tratti originali)?

Gli scienziati hanno studiato il caso e sono giunti ad alcune conclusioni molto interessanti. Nel 1994, Jeffrey Goldsmith aveva affermato che Tetris crea modelli visivi che hanno lo stesso effetto delle droghe sul cervello umano, causando in realtà dipendenza - non chimica ma psicologica.

Alexey Pajitnov, il creatore del gioco, confuta questa ipotesi. Per lui, il titolo funziona più come una "canzone che non esce mai di testa". Questo perché Tetris funziona secondo ritmici standard audio e video, attirando molta attenzione dei giocatori. Ecco perché sarebbe così difficile smettere di divertirsi con il gioco, soprattutto nelle versioni a colori.

Cosa dicono gli scienziati oggi?

Lo psicologo Tom Stafford ha scritto sull'argomento nella sua rubrica sul sito Web della BBC. Per lui, il grande merito di Tetris è che non ha fine. Per tutto il tempo vengono mostrate nuove sfide e compiti ai giocatori che hanno bisogno di pensare rapidamente per poter vincere. Ma quando si ottiene davvero la vittoria?

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La risposta è soggettiva, poiché il gioco non ha una fine definita. Ogni volta che i giocatori sono vicini al raggiungimento dei loro obiettivi, vengono mostrate nuove missioni e ci sono ancora più sfide. Questo genera il cosiddetto effetto Zeigarnik: "I compiti incompiuti vengono assegnati al completamento" e ci sfidano di nuovo.

Stafford fa un'analogia più semplice: "Giocare a Tetris è come graffiare un'area pruriginosa". Il sollievo dalla missione compiuta può venire, ma non appena un altro compito è completato, quello che non è stato completamente completato "perseguiterà" di nuovo le menti delle persone. “Giocare a Tetris e grattarsi! Basta iniziare! ”.

Fonte: BBC