I ricercatori trovano una relazione tra ansia e malattia di Alzheimer

Un nuovo studio, pubblicato sull'American Journal of Psychiatry, suggerisce che l'ansia può essere un indicatore precoce della malattia di Alzheimer. La scoperta può essere utile per identificare le persone anziane che sono più sensibili alla patologia, i cui sintomi più comuni sono la perdita di memoria e le funzioni cognitive e motorie compromesse.

Per raggiungere la relazione tra una condizione e l'altra, gli autori dello studio hanno valutato 270 anziani di età compresa tra 62 e 90 anni che hanno condizioni cognitive normali e che non hanno malattie psichiatriche.

La ricerca ha esaminato i livelli di una proteina che si presenta specificamente nelle persone con Alzheimer, beta-amiloide. Attraverso questa analisi, è stato scoperto che i livelli più alti di questo elemento sono stati identificati nelle persone che hanno l'ansia. Questa relazione suggerisce che l'ansia come sintomo neuropsichiatrico può effettivamente essere un indicatore precoce della malattia di Alzheimer.

“Rispetto ad altri sintomi della depressione come tristezza o perdita di interesse, i sintomi dell'ansia aumentano nel tempo in quelle persone con alti livelli di beta-amiloide nel cervello. Ciò suggerisce che i sintomi dell'ansia possono essere una manifestazione precoce del morbo di Alzheimer nei primi deficit cognitivi ", ha affermato la dottoressa Nancy Donovan.

Ricerche costanti

Questa scoperta può essere utile nel trattamento della malattia di Alzheimer e nella prevenzione della malattia. È comune che le persone anziane soffrano di qualche disturbo d'ansia, quindi è possibile che in futuro, e con lo sviluppo di ricerche più correlate, alti livelli di ansia possano essere correlati allo sviluppo della malattia di Alzheimer.

Malattie e disturbi che influenzano la funzione cerebrale necessitano ancora di ulteriore comprensione, motivo per cui la ricerca in questo campo è sempre benvenuta. Per quanto riguarda l'Alzheimer, ad esempio, recentemente un altro studio ha suggerito che la malattia si diffonde come un'infezione, potendo passare da neurone a neurone. Nel novembre 2017, la ricerca ha considerato la malattia come in grado di insorgere non solo nel cervello, poiché il beta-amiloide può essere prodotto nel sangue stesso e nelle strutture muscolari.

Riunire questi studi e conciliare una conclusione con molte altre è senza dubbio una sfida costante per la scienza. In tutto il mondo, 50 milioni di persone vivono con il morbo di Alzheimer o qualche forma di demenza ad esso correlata.