Per la prima volta, gli scienziati riducono un tumore del topo usando nanorobot

Uno studio pubblicato questa settimana su Nature, una delle principali riviste scientifiche al mondo, ha scoperto la scoperta di un trattamento che potrebbe rivoluzionare la lotta contro il cancro. Per la prima volta, gli scienziati cinesi hanno eliminato con successo il tumore di un ratto usando nanorobot carichi di un enzima che può coagulare il sangue che nutre le cellule tumorali.

Se va oltre, lo studio potrebbe produrre lo sviluppo di un trattamento meno dannoso rispetto alle opzioni attuali. Oggi, i malati di cancro devono affrontare una serie di effetti collaterali; dopotutto, sia la chemioterapia che la radioterapia, che in molti casi possono essere efficaci, finiscono per colpire il corpo nel suo insieme, non solo le cellule tumorali. Nel metodo sviluppato nello studio dei cinesi, il nanorobot ha raggiunto un'impresa rivoluzionaria: agire localizzato, solo sul tumore, senza intaccare le cellule sane vicine.

nanorobot

Nanorobot: quasi un DNA con GPS

La base del nanorobot testato nello studio è il DNA di un virus. A lui, i ricercatori hanno associato la trombina, l'enzima coagulante e, ad un'estremità, un altro DNA, questa volta in grado di legarsi alle molecole presenti nelle cellule affette da tumori. Questo "DNA guida", usato sulla punta del nanorobot, agiva come una specie di conduttore. Quando fu iniettato nel corpo del ratto malato, questa carica proiettata dagli scienziati circolò liberamente fino a quando non trovò una cellula cancerosa. Quindi la trombina è stata rilasciata e ha agito direttamente nel sito interessato, coagulando il sangue attorno al tumore, che, senza accesso ai nutrienti che lo hanno mantenuto in vita, ha avuto il suo sviluppo interrotto.

Lo studio ha avuto successo nel test con versioni adattate di quattro tipi di tumore: mammella, ovaio, polmone e melanoma. In tutti i casi, il trattamento è stato in grado di prolungare la durata della vita dei ratti o ridurre lo sviluppo del tumore. Nel caso specifico del melanoma, i nanorobot sembrano ancora essere stati in grado di prevenire la diffusione delle cellule tumorali nel fegato. Per quanto riguarda il cancro ai polmoni, l'azione della trombina potrebbe essere stata responsabile di un forte rallentamento della crescita tumorale, che avrebbe portato a un notevole recupero dei polmoni colpiti.

Trattamento spot

Se tutto va bene, la tecnica dovrebbe essere trasformata in trattamento con il supporto di un'azienda di biotecnologie che già lavora con scienziati. Ma prima di qualsiasi svolta, gli scienziati devono ancora garantire che la tecnologia non rappresenti alcun rischio per la salute umana, ma almeno per gli animali testati, due fatti possono già essere considerati incoraggianti: i nanorobot non hanno agito al di fuori delle cellule tumorali o innescato qualsiasi reazione autoimmune significativa.

Per la prima volta, gli scienziati riducono un tumore del topo usando nanorobot tramite TecMundo