Lo studio trova gli atei più intelligenti dei religiosi

Le religioni fanno parte della vita di gran parte della popolazione mondiale: si stima che solo il 16% delle persone rientrerebbe nella categoria "Ateo / Agnostico / Non religioso / Secolare", una porzione davvero molto piccola degli abitanti del nostro pianeta.

Su questa base, gli scienziati dell'Imperial College di Londra nel Regno Unito hanno deciso di indagare se esistessero relazioni tra credenze religiose e quoziente di intelligence (il famoso QI). Il risultato fu che, secondo loro, le persone che hanno fede in qualsiasi religione sarebbero meno intelligenti.

Il motivo secondo i ricercatori è che le persone religiose fanno molto affidamento sull'intuizione. "Era molto chiaro che la religiosità si correla inversamente con l'intelligenza", hanno affermato gli autori dello studio Richard Daws e Adam Hampshire.

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Risultati del test

Per giungere a questa conclusione, i ricercatori hanno condotto un test online con oltre 63.000 partecipanti che dovevano indicare se erano atei, religiosi o agnostici. Ogni persona doveva completare 12 compiti cognitivi che misuravano pianificazione, ragione, attenzione e memoria per un periodo di 30 minuti.

In media, i ricercatori hanno notato che gli atei hanno ottenuto risultati complessivamente migliori rispetto ai partecipanti religiosi, anche quando sono stati presi in considerazione fattori demografici come l'età e l'istruzione. Gli agnostici erano in media posizionati tra atei e religiosi.

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Intuizione e logica

Secondo gli scienziati, le persone religiose hanno ottenuto un QI inferiore a causa delle prestazioni in compiti in cui solo l'intuizione e la logica erano in conflitto. Alcuni test sono stati persino creati appositamente per generare confusione tra questi due requisiti.

Come previsto, questi compiti alla fine hanno dimostrato che le persone religiose dipendono molto dall'intuizione. Pertanto, i ricercatori hanno concluso che l'effetto della religiosità si riferisce al conflitto tra ragionamento e intuizione in contrapposizione alla capacità di ragionamento o all'intelligenza in generale.