Lo scienziato sviluppa una stampante 3D in grado di creare "bistecche vegetariane"

Le stampanti 3D sono già utilizzate per realizzare oggetti, sculture e persino armi, e il bioingegnere italiano Giuseppe Scionti sta sviluppando un ulteriore uso di questa tecnologia: produrre carne.

Specialista in biomedicina e ingegneria dei tessuti, lo scienziato ha lavorato per più di 3 anni con il Politecnico della Catalogna per lo sviluppo di una stampante 3D che produce bistecche vegetariane chiamate "Novameat".

Il prodotto è composto da proteine ​​vegetali e comprende ingredienti come riso, piselli e alghe, che garantiscono una buona quantità di aminoacidi per alimenti stampati in 3D.

Secondo il bioingegnere, il prodotto sviluppato da lui differisce dagli altri a causa della struttura, che è fibrosa e sembra una bistecca di manzo quando masticata. Secondo Scionti, l'obiettivo principale della sua ricerca è quello di offrire un'alternativa alla carne tradizionale che sia nutriente e che aiuti a ridurre gli impatti del bestiame.

La ricerca è ora in atto per la creazione di carne artificiale in laboratorio, ma richiede molte risorse e tempo per studiare. Il metodo dello scienziato italiano potrebbe essere considerato rivoluzionario in futuro perché è un'alternativa più economica e più economica.

La stampa di 100 grammi del composto, che può imitare carne di manzo o pollo, richiede circa 1 ora e costa 2 euro. "La tecnologia consente la scalabilità, quindi non è necessario avere molte stampanti in esecuzione contemporaneamente. Con una fornitura continua di supporti e più estrusori che lavorano contemporaneamente, è possibile creare molti più prodotti in molto meno tempo", spiega Scionti.

La stampa 3D vegetariana creata dal bioingegnere italiano è ancora agli inizi, ma lo scienziato si aspetta che l'idea diventi ancora più attraente dopo ulteriori ricerche e investimenti. Di conseguenza, potremmo avere un nuovo tipo di cibo in arrivo nei supermercati in un futuro non troppo lontano, che può essere molto positivo per il pianeta.

"Se continuiamo con l'attuale sistema, in futuro ci sono poche possibilità di avere risorse per distribuire cibo a tutti", spiega il ricercatore. "Ecco perché trovare un altro modo per produrre alimenti sani ed economici che contengano tutti i nutrienti essenziali ci aiuterà a gestire meglio le risorse alimentari del nostro pianeta".